Il grande sogno russo 

Dicembre 18, 2017 0 Di Laura Faro

Questa nuova avventura che abbiamo deciso di chiamare “Il grande sogno russo”, che ci porterà a scoprire le bellezze di Mosca e San Pietroburgo, come leggerete, si è materializzata pezzo dopo pezzo tra le nostre mani, non è stato un semplice “caricare i soldi sulla postepay e prenotare le sistemazioni”.

Infatti fin da subito, sfogliando le richieste dei documenti necessari per ottenere il visto, stavamo per demordere, ma potevamo affidarci a un’agenzia viaggi per un viaggio a sole 3 ore d’aereo da noi? Proprio noi amanti del self-make? Certo che no! Ci siamo rimboccati le maniche e una volta stipulata l’assicurazione di viaggio e scelto gli hotel che ci avrebbero ospitato (ehhh avete capito bene, hotel, già, perchè in Russia è praticamente impossibile, o quasi, viaggiare senza avere delle prenotazioni ben stabilite, presso strutture accreditate al governo, a meno che non si opti per un visto diverso dal visto turistico ovviamente), ci siamo resi conto dopo tanto navigare che l’altro grande problema era ottenere un documento essenziale per conseguire il visto, ovvero l’Invito-Voucher-Visa Support (3 modi per dire sostanzialmente la stessa cosa), così dopo avere inviato una marea di email agli hotel che ci avrebbero ospitato ci siamo accorti che l’unico modo per fare un pò di chiarezza su come ottenere questo documento era alzare il telefono e chiamare in Russia.

Qui faccio una piccola digressione, non ritengo certo d’avere un inglese perfetto, ma ultimamente riconosco d’avere fatto diversi passi in avanti, questo anche grazie a questa sindrome di Wanderlust, che sembro aver contratto in una forma assai violenta,  ma ho sempre, e dico sempre, avuto un pò di insano terrore a parlare in inglese al telefono, forse perchè quando parli con una persona faccia a faccia puoi aiutarti leggendole il labiale o capire il contesto della frase anche dai gesti e dai movimenti che fa, cose che al telefono sono impossibili. Tra l’altro ho anche un pò di quella’apprensione che ci viene quando ci confrontiamo con una persona che fa una cosa molto meglio di noi, insomma a chi non è mai capitato di prepararsi mentalmente tutto un bel discorso, in una lingua straniera, da dire alla receptionist dell’hotel per chiedere informazioni, e quando quel pensiero, così chiaro nella nostra mente, esce dalle nostre labbra, la receptionist ti chiede di ripetere?

Ecco dopo avervi dato un quadro più generale della situazione ed aver preso il coraggio a due mani compongo un numero stranissimo sul telefono, tuu tuu tu …. forse non risponde, saranno sicuramente occup.. “Priviet” … nooo hanno risposto davvero. Ok niente panico, proviamoci.

Sareste sorpresi a sapere che l’unica persona russa con la quale abbia mai parlato, che tra le altre cose di mestiere lavora alla reception di un hotel di Mosca, parla inglese come un ragazzino di 12 anni? Già proprio così, era lei a chiedermi di ripetere quello che dicevo! Per fortuna siamo riusciti a capirci e a metterci d’accordo sui dettagli che le servivano per inviarci il visa support (che tra le altre cose ci è arrivato nel giro di un paio d’ore). Speriamo bene coi menù dei ristoranti, forse sarà meglio rispolverare qualche piccola parolina di russo.

Così con tutti i documenti in ordine fissiamo appuntamento presso l’ufficio VHS di Milano (praticamente si tratta di un’agenzia specializzata nell’ottenimento dei visti russi, molto utile visto che per ottenere un appuntamento presso l’ambasciata bisogna passare per una bella lista d’attesa), ci rechiamo allo sportello dove ci dicono che tutto è a posto tranne un timbro sull’assicurazione medica che gli serve in originale, riusciamo a farcelo inviare in extremis e ad inoltrare la richiesta per il visto giusto 10 minuti prima della chiusura dell’ufficio.

Queste sono le nostre facce 10gg dopo il nostro primo appuntamento al VHS, che dite? Ce lo siamo sudato questo visto?

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