Sulla transmongolica – Intervista all’autore Mauro Buffa

Sulla transmongolica – Intervista all’autore Mauro Buffa

Aprile 4, 2020 0 Di mircodilernia

Viaggiare in treno significa vedere la natura, gli uomini, le città, le chiese e i fiumi, insomma, la vita.

Così Agatha Christie definiva il viaggiare in treno in uno dei suoi libri. Non sappiamo se anche lei sia mai stata sul treno che collega Mosca con Pechino passando attraverso la Mongolia, ma grazie a Mauro Buffa sappiamo per certo che nello scrivere le parole sopra citate aveva ragione. Viaggiare in treno insieme al libro di Mauro significa proprio questo, osservare la vita che circonda tutta questa fantastica avventura.

La Transmongolica è una variante al più classico tragitto della transiberiana, essa non collega solo delle nazioni, unisce dei mondi completamente diversi tra loro. Percorrendo le sue rotaie si possono, attraversare 9 fusi orari, vedere cambiare paesaggi, lingue, alfabeti e fisionomia dei visi. Il suo è un tragitto dal fascino innegabile, capace di stupire anche il più abile dei sognatori.

Cosa aspettarsi da “Sulla Transmongolica”

Mauro riesce a farci viaggiare con la mente, con una descrizione davvero impeccabile dei paesaggi e delle persone che incontra durante il suo cammino. Con una narrazione fluida e mai noiosa ci catapulta affianco a lui e ai suoi compagni di viaggio, dapprima sui vagoni che attraversano la Russia più interna e selvaggia, e successivamente all’interno delle gher, insieme ai pastori nomadi della Mongolia, per cercare di capire il loro punto di vista sul futuro, sull’agricoltura e più in generale sulla vita.

L’autore in viaggio sulla linea ferroviaria tra Mosca e Pechino

In definitiva si può affermare che il libro di Mauro è una meravigliosa guida per tutti i viaggiatori intenzionati a visitare la Mongolia. L’autore riesce a trasformare la steppa, descritta a tratti come selvaggia e inospitale, in una bellissima donna da amare, trasmettendocene il calore e la vicinanza delle persone locali direttamente sulla pelle pagina dopo pagina.

Intervista

Innanzitutto vorremmo chiederti, da dove è partita l’idea d’un viaggio sulla Transmongolica? 

Avevo già viaggiato in precedenza sulla Transiberiana da Mosca a Vladivostok. La Transmongolica ne è una variante. Un percorso ancora più affascinante perché oltre alla Russia attraversa anche la Mongolia e una piccola parte della Cina.

Perché secondo te un viaggio in treno è il modo migliore per visitare l’immensa Russia?  

In generale sono convinto che viaggiare sui mezzi pubblici permette di immergersi nel paese reale e, soprattutto, nella quotidianità di un popolo. La Transiberiana è fuori dalle rotte turistiche che in Russia sono principalmente Mosca e San Pietroburgo. Città stupende, certo, ma ci sono anche altre città in Siberia poco note a causa della loro distanza come Novosibirsk e Irkutsk. Visitarle significa scoprire un mondo sconosciuto, molto poco raccontato.

Raccontaci, in poche parole, cosa significa viaggiare in treno in Russia, quali sfide si possono incontrare? Come reagiscono le persone incontrando viaggiatori stranieri?

Il problema principale è la lingua. I russi conoscono poco l’inglese. Ma  sul treno si instaura presto un clima di cordialità e d’accettazione. Ho incontrato una coppia di Milano che divideva lo scompartimento con marito e moglie russi. Pur senza capirsi avevano imparato da loro un gioco di carte.

Prova a descrivere con tre aggettivi la Mongolia

Immensa, immobile, antica.

Quali sono state le più grandi differenze che hai notato attraversando i confini tra Russia, Mongolia e Cina?

Cambia tutto. Cambia il paesaggio dalla taiga russa alla steppa mongola al deserto del Gobi tra Mongolia e Cina. Cambiano le lingue. Cambiano i simboli religiosi: cristianesimo ortodosso, sciamanesimo, buddismo. Cambiano i tratti somatici delle persone. Cambia il cibo. Cambiano i vagoni del treno. 

Perché un lettore dovrebbe avvicinarsi al mondo dei viaggi in attraverso il tuo libro? Qual è il messaggio che si propone di trasmettere ai lettori?

Io cerco di raccontare semplicemente ciò che vedo e ciò che mi è capitato, evitando per quanto possibile di trarre conclusioni. Sarà il lettore a farsi la propria opinione. Questa è a mio avviso l’essenza della narrativa di viaggio.

Oltre a conoscere un po’ di russo, mongolo e cinese, quali altri suggerimenti utili ti sentiresti di dare a chi, come te, vorrebbe intraprendere questo viaggio favoloso? 

A mio parere è indispensabile avere spirito di adattamento e voglia di conoscere popoli e culture molto lontani dal nostro mondo.

Perché secondo te un libro di viaggio, come il tuo, deve contenere delle fotografie?

Come la scrittura la fotografia è un modo di raccontare. Ma se la fotografia può raccontare com’eravamo o descrivere un luogo in modo più efficace di mille parole, ma è la scrittura il mezzo a nostra disposizione per poter descrivere appieno il nostro stato d’animo e le emozioni che proviamo. Penso che l’unione delle due forme di comunicazione sia il connubio perfetto.

Per ultimo vorrei chiederti quale messaggio vorresti mandare ai viaggiatori che, come noi, sono costretti a restare in casa in questi giorni così difficili?

Auguro a tutti di tornare a viaggiare presto, magari facendolo in modo diverso, più sostenibile rispetto al passato, utilizzando ad esempio i mezzi pubblici.

“Poco dopo aver lasciato l’abitato, svoltiamo a sinistra, immettendoci su una pista che taglia attraverso la prateria. Non troveremo più una vera strada, né in asfalto né in terra battuta, per quasi tutto l’itinerario all’interno della Mongolia. Cominciamo quasi subito a salire. Su una collina dalla cui sommità si può godere di una vista panoramica su Erdene Zuu Khiid. […] Da lì in poi la strada si inerpica. Stiamo salendo piuttosto rapidamente. L’automezzo procede molto piano, aumentando la velocità quando attraversa piccoli altipiani disabitati. Quando ci fermiamo per scattare qualche fotografia, dobbiamo indossare le giacche a vento per proteggerci dal vento e dalla pioggia. Sulla carta stradale il percorso è indicato come una strada secondaria, ma comunque tracciata. In realtà ci troviamo su una striscia di terra battuta.”

Mauro Buffa

Così Mauro ci racconta in un passaggio del suo libro la sua avventura tra le strade, praticamente inesistenti, della Mongolia.

Link all’acquisto: Sulla Transmongolica

Buona lettura a tutti.