L’India che ti cambia
Esattamente due anni fa atterravamo a New Delhi con due zaini carichi di sogni e speranza, con gli occhi pieni di luce e zeppi di vita. Eravamo ansiosi di iniziare il nostro cammino tra quelle strade polverose di cui avevamo tanto letto nei libri di Pasolini e Terzani, nei mille blog di viaggi e sulle quali avevamo più volte fantasticato. Il nostro obbiettivo era chiaro, semplice e al tempo stesso complicato all’inverosimile. Attraversare il subcontinente indiano utilizzando solamente la rete ferroviaria nazionale.
Dire che eravamo pronti, per quello che abbiamo effettivamente vissuto dal momento in cui le porte scorrevoli dell’aeroporto si sono aperte davanti a noi, sarebbe come dirvi una bugia. Nessuno vi può preparare a ciò che vivrete in India. Non so dirvi di preciso cosa sia stato, abbiamo vissuto settimane intense, in cui nella mia testa hanno brulicato spesso turbinii di emozioni contrastanti, in un continuo up&down di sentimenti.
Da una parte inizi a fidarti delle persone, per il semplice fatto che ti fermano per strada invitandoti in casa loro semplicemente per bere un chai con un europeo dall’aspetto stravagante. Il chai è un the indiano davvero squisito fatto con una dozzina di spezie e altre che non ricordo, è praticamente impossibile trovare due chai identici in India, e si potrebbe comparare al caffè nostrano come consumo e utilizzo giornaliero. Dall’altro lato della medaglia c’è l’India che ti vuole imbrogliare, ad ogni angolo ti vengono proposti acquisti inverosimili, visite guidate, corse su taxi improbabili, cibo dai colori sgargianti. Anche se in India non si viene mai imbrogliati con cattiveria, dopo i primi giorni di esperienza si inizia a farci un pò l’abitudine, anche questo fa parte del viaggio.
Quando viaggiamo solitamente ci ricordiamo i posti che visitiamo, le spiagge in cui facciamo il bagno o un determinato monumento, vi posso assicurare che in India tutto questo non accade. Una volta tornati a casa, non vi ricorderete in primo luogo le moschee o i templi visitati, saranno le persone, gli odori, i sapori, il cibo incredibilmente speziato capace di farvi dimenticare, eh si, lo sto proprio per dire, la PASTA. Vivrete settimane senza sentire il bisogno di un piatto di pasta o di una pizza, quando tornerete in Italia, per i primi giorni, proverete una strana sensazione tornando a gustare i cibi nostrani, una sensazione di mancanza di sapore, quella è la mancanza d’India, una malattia dalla quale difficilmente si riesce a scappare una volta vissuta l’India.
Sapete qual’è la verità? Ognuno di noi avrebbe bisogno di un pò d’India nella propria vita, a piccole dosi, giusto per ricordarci quali sono le cose davvero importanti nella vita quando la nostra bussola morale ci fa deviare verso altri poli. Parafrasando un pensiero di Terzani posso dirvi che “Chi ama l’India lo sa: non si sa esattamente perché la si ama. È sporca, è povera, è infetta; a volte è ladra e bugiarda, spesso maleodorante, corrotta, impietosa e indifferente. Eppure, una volta incontrata non se ne può fare a meno.”